regolazione sedili cobo

Regolazione guide sedili Cobo

In questo articolo trattiamo la problematica che si può incontrare acquistando sedili Cobo completi di guide di scorrimento, un sedile di marca COBO potrebbe infatti non adattarsi al proprio trattore a causa di un interasse delle guide diverso da quello necessario per il montaggio sul supporto o il molleggio già esistente.

Le serie di sedili interessate sono principalmente i Cobo GT50, GT60, GT75, SC74 e simili, montati di primo impianto dai principali costruttori di trattori, e spesso intercambiabili con sedili di tipo Bostrom e Grammer.

La particolarità dei sedili qui trattati è che hanno una serie di forature rettangolari per il fissaggio delle guide, quindi la misura dell’interasse, cioè la distanza tra i centri delle guide, può essere modificata spostando i dadi di fissaggio con gabbia rettangolare, detti “OTECO“.

La modifica è relativamente semplice, e può essere eseguita in 4 fasi.

Fase 1: smontare le guide svitando le viti di fissaggio.

Fase 2: fare leva sul dado Oteco con un cacciavite tondo facendolo scorrere in avanti e ruotandolo, ed estrarlo con un cacciavite a taglio di piccole dimensioni.

Fase 3: spostare il dado su uno dei fori rettangolari che consentono di ottenere l’interasse richiesto, rimontandolo con un cacciavite tondo, in modo da ruotarlo e farlo scorrere all’indietro, con la filettatura al centro del foro.

Fase 4: ripetere le 3 fasi per tutti i dadi, poi rimontare le guide nella posizione desiderata serrando bene le viti di fissaggio.

Il gioco è fatto. Ora basta verificare che il nuovo sedile si adatti bene al vecchio supporto, assicurandosi che le guide del sedile scorrano agevolmente.

Se questo non succede, a volte è necessario allentare le viti di fissaggio delle guide sul vecchio supporto, riprovare lo scorrimento e poi ristringere le viti assestandole bene sulle forature.

Se invece stiamo adattando il nuovo sedile Cobo al posto di un sedile di altra marca e i fori non coincidono per pochi millimetri, possiamo provare ad ingrandire leggermente i fori o le asole di fissaggio del vecchio supporto.

Caratteristiche sedili COBO

Nel mondo dell’automazione e dell’innovazione tecnologica, la guida dei veicoli si sta evolvendo in modo costante, con l’obiettivo di migliorare sia il comfort del conducente che la sua sicurezza. Una componente essenziale di questa trasformazione è la regolazione dei sedili COBO, un sistema avanzato progettato per offrire un’esperienza di guida ottimale, adattandosi alle esigenze individuali dei conducenti.

I Sedili COBO: Un Passo Avanti nell’Innovazione

I sedili per trattore COBO sono il risultato dell’integrazione tra tecnologia e ergonomia. Questi sedili, se di alta gamma, sono infatti dotati anche di sistemi avanzati che consentono ai conducenti di regolare in modo personalizzato diverse impostazioni, tra cui altezza, inclinazione, supporto lombare e posizione del sedile, oltre consentire di completare l’acquisto con l’aggiunta di accessori opzionali. Questo non solo garantisce un maggiore comfort durante la guida, ma contribuisce anche a ridurre l’affaticamento del conducente, migliorando così la sicurezza stradale.

Benefici Sedili COBO

Comfort Personalizzato: i sedili COBO permettono ai conducenti di regolare le impostazioni secondo le loro preferenze individuali. Questo assicura che ogni guidatore possa trovare una posizione comoda che riduca lo stress e l’irritazione durante i lunghi viaggi.

Sostegno Lombare: la regolazione del sostegno lombare è essenziale per mantenere una postura corretta durante la guida. I sedili COBO consentono di personalizzare il livello di supporto lombare in base alle esigenze anatomiche del conducente, contribuendo a prevenire dolori e fastidi alla schiena.

Riduzione dell’Affaticamento: la combinazione di comfort su misura e supporto adeguato può contribuire a ridurre l’affaticamento durante la guida prolungata. Un conducente meno affaticato è più attento alla strada e alle condizioni di traffico, migliorando quindi la sicurezza complessiva.

Adattabilità Multi-Conducente: nei veicoli condivisi o nelle flotte aziendali, la regolazione dei sedili COBO offre la flessibilità di adattare rapidamente il sedile alle preferenze di diversi conducenti, ottimizzando il comfort per ognuno di loro.

Sicurezza Migliorata: un conducente di trattori che si trova in una posizione corretta e confortevole è in grado di reagire più rapidamente a situazioni di emergenza e di mantenere un controllo più preciso del veicolo. Ciò contribuisce a una guida più sicura per il conducente stesso e per gli altri utenti della strada.

prese-idrauliche-innestare-disinnestare

Innestare e disinnestare le prese idrauliche

Se utilizzi il trattore e le altre macchine agricole potresti aver incontrato problemi nell’aggancio e nello sgancio dei tubi idraulici degli attrezzi collegati alle trattrici. In questo articolo ti daremo indicazioni su come innestare e disinnestare le prese idrauliche, capendo anche la loro funzione.

Le trattrici rappresentano infatti una componente fondamentale dell’industria agricola e svolgono una vasta gamma di attività che richiedono l’utilizzo di attrezzi specializzati.
Proprio il funzionamento degli attrezzi collegati alle trattrici, come trincia erba, terzi punti idraulici e rimorchi, dipende dal corretto posizionamento delle prese idrauliche, che sono necessarie per operare in modo efficiente ed efficace. Andiamo quindi a esplorare l’importanza di questa componente per i sopra menzionati attrezzi agricoli e il ruolo cruciale che svolge nell’aumentare la produttività agricola.

Cos’è una presa idraulica

Una presa idraulica è un dispositivo oleodinamico che consente di trasferire olio in pressione della trattrice agli attrezzi collegati.

Gli innesti femmina delle prese idrauliche sono solitamente collocati sul retro della trattrice e forniscono olio in mandata e ritorno a diversi strumenti agricoli, consentendo manovre di spostamento, apertura, chiusura o rotazione di dispositivi montati sull’attrezzo a funzionamento oleodinamico.

Vantaggi delle prese idrauliche

Le prese idrauliche offrono numerosi vantaggi nell’utilizzo degli attrezzi collegati alle trattrici:

  • Efficienza energetica: Le prese idrauliche consentono di sfruttare in modo efficiente la potenza del motore della trattrice, trasferendo l’energia in modo diretto agli attrezzi. Ciò elimina la necessità di motori separati per ogni attrezzo, riducendo così i costi operativi e aumentando l’efficienza complessiva.
  • Flessibilità: Grazie alla varietà di attrezzi agricoli disponibili, le prese idrauliche consentono di collegare una vasta gamma di attrezzi alla trattrice. Ciò consente all’agricoltore di adattarsi facilmente a diverse attività agricole, migliorando la versatilità dell’intero sistema.
  • Maggiore produttività: Le prese idrauliche consentono di eseguire le operazioni agricole in modo più rapido ed efficiente. Gli attrezzi collegati possono lavorare a velocità ottimali, riducendo il tempo impiegato per completare le attività agricole e aumentando così la produttività complessiva.

Manutenzione e sicurezza

Le prese idrauliche richiedono una corretta manutenzione per garantire il loro corretto funzionamento e la sicurezza dell’operatore. È importante verificare regolarmente l’usura dei componenti, e sostituirli, se necessario. Inoltre, l’operatore deve prestare attenzione durante il collegamento e lo scollegamento degli attrezzi per evitare lesioni o danni.

Come inserire e disinserire le prese idrauliche

Il problema più frequente è la difficoltà ad inserire e disinserire gli innesti rapidi, e la causa principale è la presenza della pressione dell’olio all’interno delle tubazioni, quindi bisogna sempre operare come segue:

  1. Spegnere il motore del trattore
  2. Poggiare l’attrezzo a terra e comunque con i dispositivi idraulici in posizione di riposo
  3. Agire sulla leva del distributore idraulico avanti e indietro 2 volte per scaricare la pressione nelle tubazioni

Queste semplici operazioni permettono di sganciare e riagganciare le tubazioni agevolmente e in sicurezza, evitando così bruschi movimenti dei dispositivi idraulici che possono creare eventi molto rischiosi per l’operatore, che spesso si trova tra il trattore e l’attrezzo.

Per descrivere bene le operazioni da fare sugli innesti rapidi, dobbiamo descriverli dividendoli prima in due categorie principali:

Nel primo caso, gli innesti rapidi con ghiera mobile si contraddistinguono per la ghiera esterna.

ghiera-presa-idraulica

Questa va fatta scorrere manualmente in avanti sia per attaccare il tubo.

attaccare-tubo-prese-idrauliche

che per staccarlo, facendo bene attenzione che dopo l’aggancio la ghiera stessa torni in posizione di riposo con un click, bloccando così l’innesto, per evitare il distacco dello stesso durante il funzionamento.

bloccare-innesto-prese-idrauliche

Nel secondo caso, invece, gli innesti rapidi tipo push-pull hanno la ghiera esterna rigida, spesso fissata su un pannello di sostegno degli innesti femmina del trattore.

innesti-push-up

L’attacco si esegue semplicemente afferrando il tubo con ambedue le mani e spingendo forte fino a sentire un click, in seguito al quale il tubo risulta bloccato e stabile.

tubo-prese-idrauliche

Per sganciare si deve tirare forte il tubo, che si staccherà da solo.

sganciare-tubo-prese-idrauliche

Nell’ambito dell’agricoltura moderna, l’efficienza e la velocità delle operazioni sono fondamentali per massimizzare la produttività. Gli innesti rapidi di tipo push-pull per trattori sono diventati una soluzione innovativa per semplificare e velocizzare il collegamento degli attrezzi agricoli alle trattrici.

E’ interessante sapere che questo sistema protegge le tubazioni da eventuali e improvvisi sforzi di trazione, provocando lo sgancio automatico. Ciò accade, per esempio, quando ci si dimentica di loro e ci si allontana con il trattore dall’attrezzo libero, con i tubi ancora agganciati!

Un innesto rapido tipo push-pull è un sistema di collegamento che permette di collegare e scollegare rapidamente gli attrezzi agricoli dalle trattrici senza l’uso di utensili ausiliari. Questo sistema si basa sulla semplice azione di spinta e tirata per fissare e sganciare l’attrezzo in modo sicuro.

Naturalmente bisogna sempre controllare che gli innesti siano in ottime condizioni, non usurati o ammaccati, e sempre puliti.

Ricordiamo che è opportuno proteggere gli innesti maschio e femmina con le specifiche protezioni in gomma

innesti-maschio-femmina-prese-idrauliche

e che per gli attacchi femmina tipo push-pull esistono sul mercato dei coperchietti rigidi che si chiudono automaticamente dopo lo sgancio.

coperchio-prese-idrauliche

Su alcuni modelli, inoltre, sono disponibili anche con attacco per il tubo di raccolta dell’olio, che inevitabilmente esce in piccole quantità durante lo sgancio degli innesti.

raccolta-olio-prese-idrauliche

D’ora in poi mai più problemi per innestare i tubi!

ATTENZIONE!

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente
riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato.
Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e
manutenzione in dotazione al tuo trattore e attrezzo.

ingrassaggio trattore

Ingrassaggio delle Macchine Agricole

La corretta manutenzione delle macchine agricole implica una conoscenza adeguata in merito a pratiche di ‘ingrassaggio di snodi, cuscinetti, giunti di trattori ed attrezzature collegate, in modo da prevenire la rottura di componenti molto costose.

Di seguito tratteremo questo tipo di manutenzione per argomenti:

Il Grasso

I grassi, come gli oli, non sono tutti uguali: il mercato offre una notevole quantità di prodotti con caratteristiche, capacità e vantaggi specifici, quindi bisogna sapere che: la densità si esprime con il grado NLGI, che va da 000 (molto fluido) a 6 (estremamente denso).

Per un normale impiego si utilizza solitamente il grado 2, adatto a impieghi vari e universali, e il grado 3 (mediamente denso), perfetto per cuscinetti e snodi a lubrificazione stagna. Nonostante l’uso comune che se ne fa, il costruttore, nel libretto di uso e manutenzione, potrebbe aver indicato e raccomandato gradi diversi di NLGI per alcuni casi specifici.

La formula chimica a base minerale, sintetica o semi-sintetica, ciascuna delle quali presenta additivi specifici, incide sulla qualità del grasso e sul suo impiego, come ad esempio:

  • Grasso al litio, che ha buone caratteristiche di stabilità meccanica e chimica, e protegge da ossidazione, corrosione e ruggine. Resiste bene all’acqua ed è facilmente pompabile, perciò è uno dei tipi più venduti per uso universale;
  • Grasso al bisolfuro di molibdeno, che si distingue per la capacità di restare legato ai metalli nelle condizioni più gravose, ed è resistente alle alte temperature (fino a 300°C). Per queste sue caratteristiche viene usato su cuscinetti e boccole a lubrificazione stagna, ed è iniettabile mediante pompa solo con gradi NLGI abbastanza fluidi.
  • Grasso al silicone, adatto per favorire la lubrificazione tra parti di metallo e gomma, ma poco performante per altri utilizzi;
  • Grasso alla grafite, usato per lubrificazioni gravose e ad alte temperature ( fino a 400°C), spesso applicato direttamente, in quanto difficile da iniettare mediante pompa. Per questo motivo, alcuni prodotti vengono proposti con bassa percentuale di grafite, detti “grassi grafitati”, a volte uniti al litio e di consistenza adatta per essere pompati.

Esistono naturalmente anche molti altri prodotti per impieghi specifici e di nicchia.

La Pompa del Grasso

Viene usata per iniettare il grasso in pressione negli ingrassatori, e si divide in tre famiglie:

  • Pompa del grasso a carica manuale, dotata di un serbatoio avvitato che deve essere riempito manualmente, ormai in disuso a causa delle difficoltà di riempimento, che causa la produzione di fastidiose bolle d’aria.
  • Pompa del grasso a cartuccia, di gran lunga la più usata, dotata di un serbatoio avvitato che viene riempito con un’apposita cartuccia di diametro standardizzato a 53 mm oppure 56 mm. Essa ha una capacità variabile, che va da 400 a 600 grammi di grasso, in base alla lunghezza.
pompa-grasso-trattore

Come si carica la Pompa del grasso?

La procedura è molto semplice, e si basa su 7 fasi:

  • Fase 1: svitare il serbatoio
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  • Fase 2: tirare completamente la leva dello stantuffo, bloccandola con l’apposito fermo e facendo attenzione che non si sganci MAI durante il caricamento
stantuffo-pompa-grasso
  • Fase 3: inserire la cartuccia togliendo il tappo e rispettando il verso della freccia, controllando che il diametro della nuova cartuccia sia compatibile con il serbatoio.
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  • Fase 4: tagliare il coperchio della cartuccia lungo l’incasso, oppure togliere il sigillo, se presente
pompa-grasso-cartuccia
  • Fase 5: avvitare il serbatoio;
  • Fase 6: sbloccare la leva dello stantuffo spingendola completamente dentro il serbatoio.
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  • Fase 7: pompare il grasso verificando che esca dal tubo. In caso contrario, spurgare l’aria dall’apposito strumento.
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Esiste anche una versione più recente, dotata di una cartuccia che si avvita direttamente sul corpo pompa, senza serbatoio, tale da semplificare le operazioni di carico del grasso.

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Pompa del grasso a barile, che si usa poggiata a terra e che può essere dotata di serbatoio autonomo, oppure fissata direttamente sul fustino del grasso al posto del coperchio. Per la sua capacità, che normalmente va dai 10 kg in su, viene usata nelle officine e nelle aziende agricole che usano molto grasso.

pompa-grasso-a-barile

Tutti i sistemi di pompaggio, oltre che a funzionare con leva manuale, possono essere dotati di meccanismi di pressione comandati da aria compressa o elettrici.

La Testina del Grasso

La testina del grasso è il dispositivo che, quando collegato alla pompa mediante un tubo ad alta pressione, inietta il grasso nell’ingrassatore situato sulla macchina da lubrificare. Nel 99% dei casi, l’ingrassatore ha questa forma e la testina ha una filettatura femmina della misura M10x1 millimetri.

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Queste sono le dimensioni standard delle testine, che vengono a loro volta divise in due famiglie:

  • Testine con bloccaggio standard, normalmente dotate di 3 o 4 griffe per bloccare l’ingrassatore. Le testine devono essere spinte verso l’ingrassatore fino a sentire un “click”, per poi andare ad iniettare il grasso, tenendola premuta con la mano e sbloccandola tirando con forza. Questo è un modello economico, consigliato per ingrassaggi saltuari con ingrassatori comodi da raggiungere.
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  • Testine con bloccaggio a leva, di uso professionale, che bloccano l’ingrassatore azionando una levetta che può essere rilasciata durante l’ingrassaggio, liberando così la mano dell’operatore per favorire il pompaggio. Si sbloccano azionando di nuovo la levetta.
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Questo modello è il più adatto per uso professionale, ed esiste una versione allungata per raggiungere gli ingrassatori più scomodi.

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L’Ingrassatore

Come precedentemente chiarito, gli ingrassatori seguono per lo più uno standard e si differenziano solo tra “dritti” e “piegati”. Essi, inoltre, sono quasi sempre avvitati alla macchina.

ingrassatore

Gli ingrassatori vanno sostituiti in tre casi: se il grasso non entra liberamente, se esso fuoriesce dopo l’ingrassaggio, oppure se sono visivamente danneggiati, pregiudicando così il corretto accoppiamento con la testina.

In questo ultimo caso, prima di acquistare un nuovo ingrassatore è necessario svitare quello già presente per misurare il diametro della filettatura, che può variare dai 6 millimetri ai 16 millimetri, a volte con passi a pollici.

Oltre agli ingrassatori standard, ne esistono alcuni di altre dimensioni che sono comunque facilmente reperibili in commercio: necessitano però di un’apposita testina.

Quanto spesso bisogna Ingrassare?

Per conoscere le tempistiche di ingrassaggio, la prima regola è quella di consultare il libretto di uso e manutenzione sia del trattore che dell’attrezzo. Altre indicazioni sugli intervalli di lubrificazione, inoltre, potrebbero essere presenti sugli adesivi della macchina. Nel caso in cui ciò non avvenga si possono tenere comunque in considerazione alcune regole di base:

  • Gli accoppiamenti di modesta rotazione o scorrimento, come pedaliere, snodi dello sterzo, sollevatori, attacchi degli attrezzi e simili, normalmente hanno un intervallo di lubrificazione consigliato di almeno venti ore di lavoro.
  • Gli accoppiamenti di elevata rotazione, come cuscinetti o boccole di alberi, cardani, pulegge ed ingranaggi, devono essere ingrassati ogni 8 ore di lavoro, oppure più spesso, come nel caso dei supporti del rotore dei trincia erba, soprattutto se si è in presenza di polvere o impieghi gravosi.

Il grasso va iniettato senza esagerare: negli accoppiamenti aperti bisogna inserirlo fino al fuoriuscire del primo grasso vecchio, mentre in quelli sigillati è necessario limitarsi a 3 o 4 pompate al massimo, per evitare rotture degli schermi interni di protezione, naturalmente salvo diverse indicazioni del costruttore.

Dopo il lavaggio della macchina si consiglia di effettuare comunque un ingrassaggio, per evitare che l’acqua si depositi nelle giunzioni, non rischiando così ossidazioni e grippaggi. Infine, è necessario ingrassare prima del ricovero della macchina durante il periodo di inattività fuori stagione, al fine di prevenire danni dovuti alla lunga sosta degli organi meccanici e alle eventuali intemperie.

In conclusione, possiamo dire che l’ingrassaggio è un buon investimento per il corretto e duraturo funzionamento sia del tuo trattore che dell’attrezzo, quindi è bene utilizzare sempre grassi di qualità.

Attenzione!

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato. Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e manutenzione in dotazione al tuo trattore e attrezzo.

terzo punto

Come si aggancia il terzo punto (senza faticare)

Per definizione, il terzo punto è un tirante filettato dotato di snodi e filettatura regolabile, che serve a collegare l’attacco più alto dell’attrezzatura al trattore, inserendo i perni di attacco nelle apposite forcelle.

Esiste anche una versione idraulica con un martinetto comandato dalle prese idrauliche del trattore, che consente la regolazione della lunghezza dal posto guida.

terzo punto idraulico

Inoltre, alcuni trattori moderni hanno sistemi di aggancio e sgancio rapido del terzo punto, rendendo ancora più semplice e veloce l’utilizzo degli attrezzi, può essere infatti dotato di un gancio rapido a sfera, che ne facilita lo stacco e riattacco, montato sul lato attrezzo. In generale, il terzo punto del trattore è utile e versatile per gli agricoltori, e consente loro di svolgere molte attività in modo più efficiente e con maggiore flessibilità.

terzo punto regolabile

La sua caratteristica principale è che, essendo regolabile in lunghezza, consente di variare l’inclinazione dell’attrezzo rispetto al piano del terreno per ottimizzare l’angolo di lavoro.

Il terzo punto del trattore è uno strumento molto utile per gli agricoltori, poiché consente loro di utilizzare una varietà di attrezzi per diverse attività agricole. Tuttavia, è importante utilizzare il terzo punto in modo sicuro e assicurarsi sempre che gli attrezzi siano ben agganciati e stabili prima di iniziare il lavoro.

Come si Aggancia il Terzo Punto

Per utilizzare al meglio tale strumento, bisogna conoscerne e caratteristiche ed essere in grado di agganciarlo in piena sicurezza. Vediamo ora nel dettaglio ciascuna fase.

Fase 1: attaccare l’attrezzo al trattore, sui soli bracci inferiori del sollevatore

Fase 2: alzare l’attrezzo dal posto guida utilizzando il sollevatore con il motore acceso, fino ad ottenere l’angolo di inclinazione desiderato per il lavoro dell’attrezzo, poi spegnere il motore

terzo punto come si aggancia

Fase 3: montare il terzo punto lato trattore con l’apposito perno.

Spesso la forcella di attacco del trattore ha più fori a diverse altezze, quindi bisogna scegliere il foro giusto tenendo conto che l’attrezzo, durante il lavoro, deve avere il terzo punto posizionato il più possibile in parallelo al terreno. In generale, esso non deve mai avere il lato più alto verso il trattore, e bisogna sapere che, se l’attrezzo lavora in profondità, la verifica dell’inclinazione va eseguita in fase effettiva di lavoro.

terzo punto forcella

Eventuali correzioni si possono ottenere utilizzando le forature sull’attrezzo, come vedremo in seguito.

Non tutti sanno che

La scelta dei fori sulla forcella di attacco del trattore incide sulla sensibilità della valvola di sforzo controllato del sollevatore, se presente, per cui bisogna consultare il libretto di istruzioni del trattore, prossimamente pubblicheremo un post dedicato all’argomento.

Fase 4: montare il terzo punto già allungato a misura sulla forcella dell’attrezzo.

montare terzo punto

Questa manovra ci evita di dover regolare la lunghezza da montato, risparmiando tempo e fatica per girare il manicotto sulle viti.

Durante l’aggancio dell’attrezzo si deve inoltre scegliere il foro più adatto per ottenere l’altezza giusta per la corretta inclinazione del terzo punto, come descritto nella fase 3 per il trattore.

Fase 5: sollevare gradualmente il sollevatore dal posto guida, verificando che alla massima alzata il terzo punto non urti sul trattore e che non ci siano interferenze con gli organi di attacco.

Se ciò invece si verifica, possiamo agire in diversi modi:

  • Limitare l’alzata del sollevatore utilizzando il fermo apposito sulla leva di comando, se disponibile
  • Allungare i tiranti verticali dei bracci sollevatore. In questo modo, aumentiamo anche la profondità massima dell’attrezzo.
  • Scegliere un foro di aggancio diverso sulle forcelle di fissaggio del terzo punto sul trattore e sull’attrezzo, cercando di mantenere la giusta inclinazione, come precedentemente descritto.

Finite queste verifiche, siamo pronti al lavoro!

Fai Attenzione

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente
riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato.
Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e
manutenzione in dotazione al tuo trattore e attrezzo.

E soprattutto… non confondiamo il terzo punto del trattore con il terzo stop delle auto!
Rivolgiti a professionisti come noi per trovare il ricambio perfetto per il tuo trattore e avere suggerimenti utili per montaggio e smontaggio strumenti agricoli.

come-agganciare-il-cardano

Istruzioni per agganciare il cardano (senza farsi male)

Oggi ti diamo alcune indicazioni per agganciare il cardano senza farti male, ma prima vediamo cos’è e come si utilizza.

Cos’è il giunto cardanico o cardano

Il cardano o giunto cardanico è un organo meccanico snodabile che serve a trasmettere movimento e potenza al macchinario agricolo. Questo strumento trasmette quindi il moto rotatorio dalla presa di potenza del trattore alle macchine agricole ad esso collegate, come fresatrici trincia tutto e altre. In pratica, serve a sfruttare la potenza del motore del trattore per alimentare il movimento delle appendici necessarie al lavoro sui campi coltivati.

Grazie alla ricerca, all’innovazione in ambito agricolo e all’evolversi delle competenze, con il tempo, un sistema antico come quello del cardano, si è perfezionato fino a garantire eccellenti prestazioni. Giunti come quello omocinetico permettono infatti la trasmissione della potenza senza dispersioni, mantenendo inalterato il numero di giri sia in entrata che in uscita dalla presa del motore, garantendo allo stesso tempo il funzionamento ottimale con qualsiasi angolo di snodo.

Se si necessita di agganciare un nuovo cardano, è bene pensare alla sua manutenzione, onde evitare che sia necessario sostituirlo entro tempi brevi: due elementi di manutenzione fondamentali sono l’inclinazione del giunto cardanico e la sua lubrificazione. La lubrificazione si esegue pompando il grasso negli appositi ingrassatori situati sugli snodi, detti crociere, al fine di facilitare il movimento rotatorio interno ed evitare sforzi, frizioni e contatti che potrebbero causare l’usura del prodotto. Bisogna considerare poi il fatto che ogni tipologia di cardano ha delle differenze di dimensionamento, in quanto progettato secondo la potenza della macchina nella quale verrà inserita.

Come montare il cardano

La prima cosa da sapere e forse la più importante è quella di usare solo cardani con protezioni integre, complete di catenelle di fissaggio e cuffie fisse di protezione montate sul trattore e attrezzatura collegata.

1. La prima fase per montare il cardano consiste nell’ agganciare l’attrezzo al trattore.

2. In seguito, è necessario appoggiare l’attrezzo a terra e spegnere il motore.

3.Si procede inserendo le forcelle del cardano prima sull’albero dell’attrezzo, e poi su quello del trattore, tenendo premuto il pulsante di arresto che, arrivato nella sua sede, al rilascio deve emettere un sonoro “click”.

Alcuni modelli di cardano, però, al posto del pulsante hanno una ghiera rotonda: in alcuni va ruotata di circa un quarto di giro, in altri tipi la ghiera deve essere tirata usando ambedue le mani.
In ogni caso, è essenziale verificare l’avvenuto bloccaggio della forcella tentando di estrarre con forza il cardano dall’albero, senza operare sul sistema di bloccaggio.
Per smontare il cardano, invece, è necessario operare sui pulsanti o sulle ghiere, tenendoli in posizione sbloccata e tirando via le forcelle dagli alberi della presa di forza.

4. Dopodiché, è bene verificare la lunghezza corretta del cardano, soprattutto se lo stai montando per la prima volta, oppure se è stato cambiato il modello del trattore o il tipo di attrezzo. Per controllare la lunghezza corretta bisogna alzare ed abbassare completamente l’attrezzo, individuando i punti di minima e massima estensione del cardano, verificando che:

  • in lunghezza massima le protezioni centrali siano sempre coperte tra loro. Se ciò non avviene, il cardano si potrebbe sfilare durante il funzionamento, provocando danni gravissimi.
lunghezza-massima-cardano
  • In lunghezza minima le protezioni si devono sovrapporre, lasciando un gioco minimo di 10 – 20 millimetri in qualsiasi condizione di lavoro. In caso contrario, se si sovrappongono completamente, vuol dire che il cardano è arrivato “a battuta”, creando un notevole carico assiale sugli alberi delle prese di forza del trattore e dell’attrezzo, causando danni alle trasmissioni in tempi brevi.

5. La penultima fase consiste nell’agganciare separatamente le catenelle delle protezioni sia al trattore che all’attrezzo, individuando un punto fisso e comodo da raggiungere e facendo attenzione che la catenella non sia tirata e non si impigli sulle forcelle del cardano durante la rotazione. Spesso sulle cuffie di protezione dei trattori e degli attrezzi si trovano appositi fori o asole per fissare le catenelle.

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Lo sapevi che? Curiosità sulle catenelle

Le catenelle sono importanti ai fini della sicurezza, perché impediscono alle protezioni di girare insieme al cardano durante il lavoro, ponendo così rimedio a pericolosissimi attorcigliamenti di indumenti. Un tale incidente avrebbe conseguenze gravissime. Inoltre, impediscono all’erba alta di attorcigliarsi e provocare danni alla trasmissione.

Perché le catenelle si rompono?

Le catenelle, anche se montate bene, si possono rompere perché si “grippa” la boccola in plastica tra la protezione e la forcella, a causa della mancanza di ingrassaggio: ebbene si! non tutti sanno che anche le protezioni hanno i loro preziosi ingrassatori, oltre tutto molto comodi perché posizionati all’esterno della protezione.

6. Nell’ultima fase è sufficiente provare il cardano azionando la presa di forza e controllando che non ci siano vibrazioni e rumori anomali.
Dopodiché… buon lavoro!

Fai Attenzione

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato.
Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e manutenzione in dotazione al tuo trattore, attrezzo e cardano.

Curiosità sul Cardano

Cardano la cripto valuta

Sai che il cardano non è solo uno strumento da utilizzare in agricoltura ma anche una cripto valuta? Cardano è un progetto open source legato alle cripto valute, che punta alla realizzazione di una piattaforma blockchain pubblica per la gestione degli smart contract, per inviare e ricevere fondi. Tale piattaforma viene considerata un “unicum” nell’universo delle cripto valute, perché nasce con un approccio estremamente rigoroso. Le sue tre caratteristiche fondamentali sono: scalabilità, in quanto aumenta il throughput grazie a un meccanismo di consenso basato sull’algoritmo proof-of-stake Ouroboros e incrementa la banda utilizzando nuove topologie di rete, interoperabilità, grazie a un approccio specifico che mira a creare l’ “Internet delle blockchain”e sostenibilità, attraverso Patrocini e ICO.

Il Comune di Cardano

Cardano al Campo è anche un comune italiano della provincia di Varese, in Lombardia, situato vicino all’aeroporto di Milano Malpensa. Il comune di Cardano al Campo fa parte dell’area naturalistica del Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, e accoglie nel suo territorio una vasta porzione di aree boschive. Il paese è perfetto per godersi il panorama verde della Lombardia: sempre più turisti scelgono di trascorrere le vacanze in hotel a cardano al campo e di degustare le prelibatezze di Mastropizza cardano al campo.

Girolamo Cardano

Girolamo Cardano o Gerolamo Cardano era un medico, umanista, matematico e astrologo, docente della facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, città che gli ha dato i natali nel 1501. Lui stesso si definì “Poco rispettoso e senza peli sulla lingua”, caratteristica questa che gli procurò notevoli scontri e accuse da parte di colleghi e studenti, durante tutta la sua vita. Nonostante un’esistenza travagliata e complessa, di lui restano moltissime opere, espressione del Rinascimento italiano.